Acquisto consapevole · simple living

Le tre domande di mio padre per fare acquisti intelligenti

Abbiamo parlato tante volte dell’importanza del lasciar andare le cose che non ci servono più, di come scegliere cosa tenere nella nostra vita, e di come eliminare oggetti per fare spazio nelle nostre case. Tuttavia, molto spesso, la causa dell’accumularsi degli oggetti che ci appesantiscono è proprio l’acquisto compulsivo e poco meditato, fatto sulla base dell’emozione del momento o dell’offerta che sembra imperdibile. Poi, una volta arrivati a casa (o una volta arrivato il magico corriere) l’entusiasmo scompare e realizziamo che quel maglione non era poi indispensabile, quel vaso non sta così bene come pensavamo nella nostra sala e quel cappottino, anche se in saldo, è costato forse un po’ troppo.

Ragionando su questo problema, mi sono tornati alla mente tre quesiti, che mio padre, scherzando, si pone quando deve fare acquisti “extra”.

Fino a non molto tempo fa, infatti, in estate, viaggiavo con i miei genitori con il camper. Almeno una volta l’anno, facevamo un viaggio in qualche meta europea, per due o tre settimane. Sebbene durante l’anno non comprassimo poi tante cose, in viaggio, complici gli oggetti insoliti, l’artigianato tipico, lo spazio che il camper concede e il relax della vacanza, ci capitava spesso di fare un po’ di “spese pazze”. Durante queste spese, mio padre ci poneva tre semplici domande:

Ce lo possiamo permettere? La domanda si spiega da sola. Dovevamo capire se la cosa che volevamo acquistare era alla nostra portata e valeva il prezzo pattuito

Dove lo mettiamo? Nel camper ci sarebbe stato, probabilmente, posto, ma una volta tornati a casa, che fine avremmo fatto fare a quell’oggetto.

Poi c’era la domanda più divertente, ma che, con il senno di poi, era forse la più saggia: Come abbiamo fatto a farne a meno fino adesso?!!

Quando eravamo in viaggio, queste domande venivano prese più come un gioco e non sortivano di certo l’effetto sperato! Tuttavia adesso, quando sono indecisa se fare un acquisto, queste tre magiche domande mi aiutano a fare la scelta giusta e a non portare a casa qualcosa di cui mi pentirò nel giro di una settimana!

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decluttering · simple living

Minimalismo: 7 benefici “collaterali” quando si sceglie di possedere meno oggetti

La scelta di possedere meno oggetti, oltre a creare più spazio nelle vostre case e nella vostra vita, può portarvi anche tanti altri benefici, meno ovvi ma non per questo meno importanti. Se volete scoprire se questa è la via che fa per voi, esploriamo insieme qualche piccola motivazione che può darvi la giusta prospettiva.

Idee più chiare: lo spazio materiale è spesso il riflesso di quello mentale, e viceversa. Vivere in uno spazio più libero e ordinato aiuta a ridurre lo stress, ad avere più pace e chiarezza e a guardare le cose da una prospettiva completamente nuova e fresca.

Più tempo per ciò che conta davvero: riordinare in continuazione, cercare le cose che ci occorrono, fare la manutenzione degli oggetti e degli spazi, comprare in maniera compulsiva… tutte queste azioni ci portano via tempo e ci distraggono da quello che conta davvero: le nostre passioni, gli affetti, quello che ci rende più felici e riempie le nostre vite.

Ridurre la decision fatigue: vi è mai capitato di iniziare la giornata con tanti buoni propositi che siete riusciti a portare avanti per qualche ora, per poi trovarvi la sera spaparanzati sul divano a mangiare schifezze da asporto? La “colpa” è di quella che viene chiamata decision fatigue. Ognuno di noi infatti, ha una “dose giornaliera” di buona volontà, e ogni scelta che facciamo, anche la più banale come decidere cosa indossare, consuma un po’ la nostra riserva. Possedere meno oggetti ci aiuta ad avere meno scelte da fare e ad avere le idee chiare su quello che dobbiamo e vogliamo fare per portare avanti i nostri obiettivi.

Pulizie più facili e veloci: non vi nascondo che questo è uno dei miei effetti collaterali preferiti, nonché uno di quelli praticamente immediati! Gli spazi sgombri e ordinati sono ovviamente più facili da pulire, e si sporcano anche meno facilmente.

Minore spesa: avere meno cose vi porta a trattarle con maggiore cura. Inoltre, quando avrete l’abitudine di avere la casa ordinata e spaziosa, sarete meno portati a riempirla con altri ingombri e sceglierete con maggiore attenzione cosa accogliere nei vostri spazi

Meno pesi (in tutti i sensi) in caso di trasloco: Non per niente, uno dei momenti in cui tutti si trovano a fare decluttering è in occasione di un trasferimento o di lavori importanti in casa. In questi momenti della vita, infatti, è molto più facile mettere in discussione cosa ci serve davvero e cosa ci appesantisce e basta

Apprezzare di più quello che si ha: il minimalismo non consiste nello scegliere cosa buttare, ma cosa tenere. Quando avrete scelto di tenere le cose che più amate e più vi sono utili, sarete certi che quello che possedete ha un vero significato o uno scopo!

mindfulness · simple living

L’importanza delle lunghe pause

Ho deciso di riprendere la scrittura del blog dopo diversi anni di silenzio. Per tanto tempo mi sono interrogata su quale fosse il contenuto migliore con cui ricominciare, su come spiegare tanta assenza a quelle poche persone che leggono, o leggeranno.

Ho poi realizzato che questa lunga pausa era essa stessa un contenuto.

Talvolta la vita ci chiede di riprendere fiato, di dire qualche “no” in più per creare spazio per respirare.

A volte realizziamo di aver detto di no a qualcosa di superfluo, di poco importante, non fondamentale, che lascia uno spazio migliore di quello che occupava.

Altre volte, come in questo caso, realizziamo che quella cosa alla quale abbiamo rinunciato, ci dava gioia, e lo spazio che occupava era proprio perfetto così com’era. Eccomi quindi di nuovo qui, con nuove cose da raccontarvi e nuovi pensieri da condividere con voi. Vi aspetto tra qualche giorno, per ricominciare a tenerci compagnia!

rituali · simple living

Esercizi di felicità: il diario della gratitudine.

Salve a tutti! La scorsa settimana vi ho parlato di un nuovo progetto: una serie di brevi esercizi da inserire nella vostra routine per ritrovare un po’ di serenità e rendere le vostre giornate più… felici! Alla base di questa idea, che potrebbe sembrare un po’ambiziosa, c’è la convinzione che ognuno di noi possa trovare la felicità nel proprio quotidiano e sentirsi bene con quello che già possiede, adottando dei piccoli accorgimenti che ci fanno riscoprire quello che abbiamo continuamente sotto gli occhi.

Il primo esercizio, che ha avuto un grandissimo impatto nella mia vita durante gli ultimi mesi, è il diario della gratitudine. Questa pratica prevede di scrivere in un diario personale, almeno una volta al giorno, qualcosa di cui siamo grati.

Non esiste una regola rigida. Personalmente amo scrivere ogni giorno tre cose di cui sono grata, in poche righe. Poiché non voglio che sia un compito, ma un momento piacevole da dedicare a me stessa, ho reso questa abitudine estremamente flessibile: ad esempio, nei periodi in cui sono più libera, cerco di scrivere tre cose la mattina e tre la sera. In questo momento, invece, mi trovo nella mia città per qualche settimana(il resto dell’anno vivo all’estero), e, dato che le giornate sono molto piene, scrivo una sola volta, nel tardo pomeriggio o quando gli impegni mi consentono di farlo con più calma. Talvolta scrivo di cose accadute durante la giornata, altre volte semplicemente delle cose che sono grata di avere nella mia vita.

Come sempre non esiste un modo giusto o sbagliato di scrivere il diario della gratitudine. Quello che vi consiglio di fare è di trovare un quaderno che vi piaccia particolarmente, di ritagliarvi un momento di calma e di sperimentare per qualche giorno, per trovare il modo e il tempo per voi più congeniali per mettere in pratica questa piccola abitudine, magari iniziando anche con una sola riga.

Lo scopo di questo esercizio è di creare un rituale che ci porti a riscoprire ed apprezzare quello che c’è viviamo di bello, quello che ci rende felici giorno dopo giorno, anche in periodo difficili, e di portare la nostra attenzione a quello che ci dà gioia e ci fa sentire bene.

Spero che questo esercizio vi faccia guardare alle vostre giornate con una luce nuova, come mi è successo quando l’ho scoperto. Vi auguro una settimana piena di gratitudine e gioia!

mindfulness · simple living

Esercizi di felicità!

Buongiorno a tutti! L’estate è iniziata da pochi giorni e spero che si stia rivelando per voi un momento di calma e positività.

Come avrete visto mi ero presa una lunga pausa a causa di impegni lavorativi e di studio. Avevo bisogno un po’ di tempo per riallineare le mie priorità, fare anche io un po’ di spazio e ricominciare a scrivere a mente fresca.

Oggi si riparte, con mille nuove idee! Il primo progetto che vorrei presentarvi è nato da una lettura. Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una frase che mi ha colpita moltissimo e che, come spesso accade, è arrivata al momento giusto. La citazione, di Leo Babauta, autore del blog Zen habits, è in apertura del libro Destination simple di Brooke McAlary:

“Siamo così presi dal cercare di fare tutto, sperimentare tutte le cose essenziali, non perderci niente di importante…

Non possiamo leggere tutti i libri migliori, vedere tutti i più bei film, andare in tutte le città più belle del mondo, provare tutti i migliori ristoranti, incontrare tutte le grandi personalità…

La vita è migliore quando non proviamo a fare tutto.

Impara a gioire della fetta di vita che stai vivendo e scoprirai che la vita è meravigliosa”

Sta quindi a noi imparare a gioire delle piccole cose, costruire la nostra felicità nel presente, qui ed ora, e scoprire come approfittare al meglio di quello spicchio di vita che stiamo vivendo per renderlo meraviglioso.

Nei prossimi giorni vi proporrò dei piccoli esercizi, che richiedono meno di cinque minuti(vogliamo che sia semplice, giusto?), da poter integrare nella routine delle vostre giornate. Questi esercizi, derivati da alcune delle pratiche più comuni della mindfulness e del simple living e anche da qualche esperienza personale, vi aiuteranno ad essere  maggiormente consapevoli del momento presente, a riscoprire cosa vi rende felici, e ad apprezzare le piccole gioie.

Vi aspetto lunedì per il primo post della serie, e vi auguro un fine settimana pieno di… felicità!

simple living

White space: regalatevi tempo.

 

Questa sera voglio parlarvi di uno stratagemma di slow living che può rendere le vostre giornate più leggere: il Whitespace.

Il termine Whitespace in tipografia è utilizzato per indicare lo spazio bianco in un’impaginazione: l’interlinea tra una riga e l’altra, lo spazio tra le parole, i margini ai lati del testo.

Vi sarà senz’altro capitato di trovarvi di fronte ad una pagina di testo molto fitta, con margini stretti e scritta in un unico paragrafo. La sensazione che ne deriva è di pesantezza, una pagina faticosa alla lettura. Con più whitespace la pagina “respira””, risulta più piacevole alla vista e alcuni elementi sono messi in risalto(per questo è spesso usato nella grafica pubblicitaria).

Ora immaginate una comune mattina. La sveglia suona alle 7:15. Dovete essere al lavoro alle 8. Se vi sbrigate a lavarvi non dovrebbero esserci problemi, quindi decidete di premere il tasto “posponi” e dormire altri 10 minuti. Vi alzate, preparate di corsa la borsa per la lezione di fitboxe: è solo dieci minuti dopo la fine del vostro turno, non potete certo tornare a casa. Non c’è tempo di preparare qualcosa da mangiare, ma non fa niente, mangerete a mensa. Vi fate una doccia veloce e alle 7:40 siete davanti alla porta, mandate giù un caffè, uscite e siete in macchina. Mentre maledite i bambini usciti dallo scuolabus che attraversano la strada in massa, vi accorgete di aver dimenticato la borsa. Pazienza, niente fitboxe. Una volta arrivati a lavoro, tutti i parcheggi vicini all’entrata sono presi. Entrate in ufficio trafelati alle 7:59 e il vostro collega vi ricorda che il capo ha chiesto di vedervi più tardi. Niente mensa, non fa niente, mangerete un tramezzino della caffetteria.

Come vi sentite a leggere questo paragrafo? Al di là della (voluta) mancanza di spazi nella scrittura, avrete certamente notato un’altra cosa. Soltanto leggendo questa piccola fotografia di una mattinata piuttosto comune, non vi sembra di avvertire un peso? (A me è venuta l’ansia soltanto a scriverlo!)

La prima volta che ho sentito il termine Whitespace, stavo ascoltando un episodio del podcast Slow your home, magnifico programma sullo slow living. L’ospite della puntata era Kelly Exeter, autrice di A life less frantic. Nel podcast, raccontava di una mattina come tante, in cui era andata in banca per sbrigare delle pratiche. Dopo aver aspettato in fila per molto tempo, l’impiegata ha accolto Kelly ringraziandola per la pazienza e dicendole che sapeva che non aveva tempo. Dopo aver detto all’impiegata che non c’era nessun problema e aver atteso per terminare la sua pratica, Kelly racconta di avere realizzato una cosa uscendo dalla banca: aveva tempo.

Ma che cos’è quindi il Whitespace e come possiamo introdurlo nella nostra vita?

Avere “spazio bianco” nelle nostre giornate significa creare dei momenti di vuoto, all’interno dei quali non abbiamo programmato nessuna attività. Avere dei momenti simili ci permette di fermarci, accumulare meno stress, fare le cose più lentamente o semplicemente dedicare più tempo ad una determinata attività.

Facciamo un esempio, riprendendo la mattinata di prima. La sveglia suona alle sei e mezza e vi alzate. Invece di un caffè riuscite a fare una bella colazione con calma. Vi ricordate che il capo vuole vedervi e non ci sarà tempo per la mensa. Vi preparate un’insalata di pollo e della frutta e la mettete in un sacchetto nel borsone della palestra, pronto sulla porta da ieri sera. Vi fate una lunga doccia rilassante e alle 7 e mezza siete pronti per uscire. C’è un po’ di traffico ma non c’è problema. Arrivate a lavoro alle 8 meno dieci, parcheggiate vicino all’entrata e incontrate il capo che sta parlando con il vostro collega e vi spiega già l’incarico di cui voleva parlarvi durante il vostro pranzo. Avrete la vostra pausa tutta per voi. Alla fine della giornata lavorativa, andate alla vostra lezione di fitboxe, tornate a casa e vi fate un’altra lunga doccia. Va meglio?

Come suggerisce Kelly, in questo articolo del blog, tutti noi possiamo creare degli spazi nella nostra giornata. Per farlo la cosa più importante è smettere di pianificare ogni singolo minuto, lasciare momenti di vuoto tra i diversi impegni, e prevedere dei tempi più lunghi per le attività che desideriamo portare a termine( a proposito, sapevate che studi scientifici dimostrano che non siamo capaci di stimare il tempo necessario per completare un’attività?).

Avere più “spazio”, come ricorda Kelly, ci porta ad avere più tempo, meno frustrazione e a spendere le energie in maniera migliore. “ Quando faccio qualcosa in  maniera più efficace ci metto meno tempo. E mentre prima avrei usato quel tempo liberato dalla mia efficienza per fare qualcos’altro, adesso uso quel tempo per fare… niente. Oppure per fare quello che sento(di fare). “Quello che sento” potrebbe essere completare la mia attività più lentamente. Potrebbe essere perdere tempo su Facebook o Instagram. Potrebbe essere sedermi sul balcone cinque minuti. A volte utilizzo quel tempo per un imprevisto, del quale sono in grado di occuparmi senza rabbia o frustrazione, perché ora ho lo spazio e il tempo per farlo.”

Provate quindi, per questa settimana, a prevedere dei tempi più lunghi per le vostre attività, a non pianificare in sequenza ognuno dei vostri impegni minuto per minuto, a ritagliare dei momenti tra un compito e l’altro per prendervela comoda o semplicemente fermarvi e respirare. E se vedete dei benefici, chissà, potreste fare degli spazi bianchi nelle vostre agende una buona abitudine!