decluttering

Il metodo Konmari: come tutto ha avuto inizio.

Nell’estate 2015 la mia casa sembrava un campo di battaglia: avevo traslocato in un nuovo appartamento ad aprile, e, pur venendo da un minuscolo monolocale e non avendo una gran quantità di cose,  una parte di queste era rimasta nelle buste ikea che avevo usato per il trasloco, in attesa di capire dove volessi metterla. In quello stesso periodo mi sono imbattuta ne “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo, bestseller internazionale sul decluttering e l’arte di riordinare. Questo piccolo, delizioso libro, è stato il mio primo passo verso una vita più leggera.

Ma di che cosa parla esattamente Marie Kondo e perché il suo libro è tanto discusso? Il metodo è molto semplice: prendete tutti i vostri oggetti appartenenti ad una determinata categoria, buttateli tutti a terra. Poi prendete in mano un oggetto alla volta e fatevi questa domanda: “questo oggetto mi trasmette gioia?”. Niente di più. Tenete solamente ciò che vi trasmette gioia, ringraziate ad alta voce gli oggetti che non vi danno gioia e “congedatevi” da loro. La novità dell’approccio è proprio il concetto delle sensazioni che le cose ci trasmettono e la selezione in base a quello che si desidera tenere. Il fulcro dell’attenzione non è più quanto un oggetto possa esservi utile o quanto lo usiate ma è, appunto, se vi fa sentire bene vederlo e tenerlo fra le mani.

Durante questo processo e con la lettura del libro ho imparato molte cose e sono stata più volte sorpresa. Mi sono resa conto di quanto alcuni oggetti, che magari avevo usato fino al giorno prima e che ritenevo indispensabili, fossero in realtà un peso emotivo. Ho imparato che, anche senza bisogno di dire davvero “grazie” a voce alta, si può essere grati ad un oggetto di cui ci liberiamo, perché ci ha insegnato cosa ci fa stare bene, cosa ci sta bene addosso, cosa ci piace. Ho scoperto che nonostante avessi già poche cose prima, anche eliminandone molte altre con la paura di restare senza niente, avevo comunque tutto quello che mi serviva, e soltanto cose davvero utili o che mi facevano stare bene.

Il libro parla inoltre di molti altri aspetti. Innanzitutto suggerisce una lista di categorie per effettuare il decluttering, in ordine di legame sentimentale, partendo dai vestiti, poi i libri e le carte, per poi passare ai “komono”, ovvero gli oggetti di varia natura come la cancelleria e gli strumenti necessari agli hobby, per concludere con le fotografie e gli oggetti ai quali siamo sentimentalmente legati. La necessità è appunto, una volta arrivati alla categoria di oggetti più difficili da selezionare, di essere “allenati” a capire se quel determinato oggetto ci dà davvero gioia e aggiunge qualcosa alla nostra vita.

Molti paragrafi sono inoltre dedicati a come riordinare una volta fatta la scelta di cosa tenere. In particolare sono molto innovative le tecniche suggerite per piegare i vestiti(potete vederne un esempio in questo video, dove Marie Kondo stessa mostra come piegare alcuni capi d’abbigliamento). Tuttora utilizzo le stesse tecniche per piegare la maggior parte dei vestiti e riordinare molti dei miei oggetti.

Il metodo Konmari è soltanto uno dei molti approcci possibili al decluttering . Non tutti lo condividono e non è detto che ogni argomento del libro si adatti al tipo di vita di ognuno di noi. Ma ci sono due elementi del testo che considero fondamentali, e che continuo a portare con me. Il primo è appunto l’importanza di focalizzarsi su cosa ci fa stare bene, quello che ci sembra davvero bello e ci trasmette emozioni positive. L’altro punto è descritto nella primissima parte del libro: prima di spiegare la sua filosofia di decluttering, Marie Kondo invita i lettori a visualizzare la loro vita ideale. Chiede loro di immaginarsi nella casa che vorrebbero, visualizzarla, immaginare quali caratteristiche questa dovrebbe avere,  indagare sul perché desiderano quel tipo di casa e come questa possa contribuire al tipo di vita che desiderano e perché quest’ultimo è così importante. “Se continuerete a indagare sui perché del vostro stile di vita ideale, vi accorgerete di una semplice verità: che liberarsi di qualcosa o possedere qualcosa serve per essere felici“.

Di nuovo, ciò che conta non è quante paia di scarpe abbiamo o quanti maglioncini riusciamo a dare via. Quello che conta è come, liberandoci di ciò che non è necessario e non aggiunge valore, riusciamo a liberare spazio, tempo ed energie per quello che amiamo davvero.

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